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Complice l'adozione di limiti sempre più stringenti sulle emissioni ed il prezzo elevato del carburante, le auto ibride sono diventate le protagoniste dell'era della transizione verso l'elettrico. Lo schema propulsivo ibrido più diffuso prevede l'abbinamento di un motore termico, benzina o diesel, affiancato da una o più unità elettriche. Il comportamento su strada di un'auto a doppia alimentazione può essere profondamente influenzato dal tipo di architettura ibrida, a seconda del grado di elettrificazione classificabile in mild hybrid, full hybrid o plug-in hybrid. Anche se il tipo di funzionamento cambia, le tre tecnologie condividono lo stesso concetto base: utilizzare le componenti elettriche per ridurre i consumi. 

Le auto Mhev - mild hybrid electric vehicle - o "ibride leggere" rappresentano all'atto pratico una leggera evoluzione rispetto alle tradizionali vetture termiche. Lo schema mild hybrid prevede un piccolo motore elettrico a supporto di quello a combustione, come un alternatore-starter azionato a cinghia (Mhsg o Bsg). Il suo compito è di generare corrente in fase di frenata o di rilascio dell'acceleratore, come di garantire l'avviamento o lo spegnimento del motore termico con la funzione start/stop. L'energia viene accumulata in una batteria agli ioni di litio di piccole dimensioni con funzionamento a 12 o 48 Volt, per essere restituita in fase di accelerazione o per riavviare il motore a combustione. Tra le auto mild hybrid più diffuse in Italia ci sono Fiat 500 e Fiat Panda Hybrid. 

I pregi principali delle auto mild hybrid:

Tra i difetti delle mild-hybrid: 

A differenza delle ibride leggere, l'apporto delle componenti elettriche diventa molto più consistente nelle auto Hev. Lo schema full hybrid prevede sempre la presenza di un motore termico, ma in questo caso affiancato da uno elettrico in grado di garantire la trazione a zero emissioni per alcuni chilometri, fino all'esaurimento della batteria. Il sistema di recupero di energia ripristina la carica entro pochi  chilometri, tanto che i sistemi più efficienti riescono a garantire la marcia a zero emissioni nella maggior parte del tempo di utilizzo in città. L'evoluzione della tecnologia full hybrid, originariamente basata sull'assistenza del motore termico, oggi ha eletto protagonista l'unità elettrica. I primi sistemi ibridi "in parallelo",  con entrambe le unità collegate alle ruote per fornire spinta anche contemporaneamente, negli anni sono stati affiancati dalla variante "serie/parallelo", dove il motore termico può essere sfruttato anche per produrre corrente. Step ancora più avanzato, l'ibrido "in serie", dove la trazione arriva esclusivamente dal motore elettrico, che è l'unico collegato alle ruote, mentre il propulsore a benzina viene utilizzato come generatore di energia di bordo. 

Tra i benefici della tecnologia full hybrid:

I difetti delle full hybrid: 

Nelle condizioni ideali di utilizzo le ibride plug-in riescono a raggiungere ottimi standard di efficienza. L'autonomia concessa dal pacco batterie più voluminoso rispetto alle full-hybrid, consente alle ibride alla spina di azzerare i consumi per molti km durante la marcia in elettrico, o di limitarli al minimo utilizzando il motore termico in sinergia con le unità a zero emissioni. 

Partendo dai pregi delle auto ibride plug-in:

I difetti delle ibride alla spina: 

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